Ecco la nuova pillola settimanale di libertà finanziaria, come ogni martedì.
Perchè Robert Kiyosaki ce l’ha così tanto col sistema scolastico e ne parla in continuazione? Qual è la materia che insegnata a scuola viene insegnata nel modo migliore? Nel modo più utile per te per prenderla come spunto per il tuo percorso di libertà finanziaria? …e, soprattutto, perché parliamo di queste cose in un canale dedicato alla libertà finanziaria?
Risponderò a queste domande in questa pillola di libertà finanziaria
Partiamo da Kiyosaki, i maligni dicono che lui odi il sistema scolastico perché suo padre era direttore del sistema scolastico delle Hawaii e, quindi, era nella corsa del topo (anche se ha un alto livello). Alla fine ha sempre avuto problemi di denaro; quindi questo è un retaggio della sua esperienza personale perché ha visto una persona di talento, e che stimava, e che non riusciva ad avere un buon rapporto con il denaro nonostante lavorasse molto e lavorasse bene. Un altro motivo per cui Kiyosaki critica tantissimo il sistema scolastico è il fatto che gli insegnanti molto spesso parlano di cose che non fanno in realtà. Se pensiamo alle università, chi insegna economia aziendale magari non ha mai avuto un’azienda, magari non l’ha mai gestita, chi ti insegna finanza magari non ha mai fatto operazioni finanziarie reali ma le ha solo studiate. Lui li chiama “Fake Teachers” ovvero insegnanti che sono finti perché non hanno avuto l’applicazione reale del concetto teorico che vanno a esprimere.
Qual è la materia insegnata attualmente nelle scuole che ha, in realtà, il metodo più corretto? La risposta probabilmente non è quella che ti aspetti ed è proprio per quello che ne voglio parlare. La risposta è “educazione fisica”. E’ l’unica materia che ha un processo strutturato che porta a realmente all’apprendimento vero dell’esercizio proposto, l’apprendimento vero del concetto e del contenuto che si vuole trasmettere. Facciamo un esempio per capire qual è il processo e come lo puoi usare tu nel tuo percorso di Libertà finanziaria quando vuoi imparare una nuova abilità.
Ti faccio l’esempio del mio insegnante educazione fisica al liceo che, a un certo punto, ci ha insegnato a fare una partita di rugby con il Frisbee. Il gioco consisteva nel lanciare il frisbee, non potevi toccare la persona che aveva il Frisbee e la persona doveva passarlo a qualcun altro della sua squadra finché non si arrivava in meta. Molto sinteticamente. Come ci ha passato questo concetto? Ci ha spiegato le regole del gioco e ci ha spiegato la dinamica del lancio del Frisbee perché alcuni di noi non avevano mai usato un Frisbee. Ci ha fatto vedere come si fa il lancio e quindi, la prima cosa, è stata la dimostrazione concettuale. Ti spiego le regole e ti inserisco in un contesto di cose che puoi o non puoi fare. Ti spiego come deve essere fatto il movimento dopodiché te lo dimostro. Quindi prima l’aspetto concettuale, secondo l’aspetto dimostrativo ed è qui che già molti si perdono, dove molti insegnanti già diventano i Fake Teacher di cui parla Kiyosaki perché per farti vedere una cosa devo essere in grado di farla e la devo fare. L’insegnante ci ha fatto vedere come lanciare un frisbee; prima di farci giocare ci aveva messo singolarmente a provare dei lanci di Frisbee per vedere se avevamo capito la cosa concettuale, se avevamo capito la sua dimostrazione empirica e ci ha messo in un contesto “sicuro”, in un contesto dove non c’era la pressione dell’avversario che ti veniva contro o del tempo che passa per fare in fretta, a provare il modello che ci ha insegnato, il movimento che ci aveva insegnato. Quindi c’è una fase in cui provi quello che ti è stato dimostrato e spiegato; dopodiché metti in pratica quello che hai capito concettualmente e ti è stato fatto vedere in maniera pratica, lo hai provato in un contesto semplificato, l’ultimo step è farlo nel contesto reale ovvero nel contesto del gioco. Quindi, con due o tre lezioni, siamo riusciti a divertirci molto con questo gioco e siamo riusciti anche a renderlo divertente proprio perché riuscivamo a farlo. Abbiamo seguito un processo molto preciso nell’apprendere questo gioco.
Quello che ti devi portare a casa nel tuo percorso di libertà finanziaria è l’ “applicazione concettuale”, cioè devo chiarirmi meglio il concetto, chiarirmi le regole e per questo va bene un libro, basta una coaching, basta qualcuno che me lo spiega concettualmente. Dopo c’è stata una dimostrazione reale e, per questo, devo invece trovare qualcuno che sia in grado di fare quello che voglio imparare a fare. Dopo c’è azione concreta in un contesto semplificato e quindi togliendo un po’ di pressione giusto per capire se si è capito veramente l’esercizio, se si è capito veramente il processo che si vuole andare ad implementare. Dopodiché c’è l’applicazione reale e continuativa di quello che ho fatto nelle tre fasi precedenti nel contesto reale. Questo è l’unico modo, o comunque uno dei migliori processi, per imparare davvero delle nuove abilità. Allora è proprio per questo che molte persone non ottengono risultati; perché si fermano al primo punto, si fermano al punto in cui ho letto un libro. Ho capito quello che dovrei fare ma poi “come mai non ho ottenuto il risultato?” Perché non l’hai messo in pratica! Tony Robbins dice che l’esecuzione è quella che ti fa davvero ottenere i risultati e non la comprensione teorica. E’ sempre l’esempio del bambino a cui tu puoi spiegare che non deve toccare il fuoco perché si scotta e questo lui razionalmente lo capisce perché si fida di te. Però poi è quando davvero lo tocca e si scotta che fa l’esperienza e, proprio quell’esperienza, cambierà il suo comportamento.
Imparare davvero qualcosa vuol dire cambiare un comportamento.
Quindi se hai capito dal punto di vista concettuale qualcosa ma non lo metti in pratica e non cambi i tuoi comportamenti riguardo a quella cosa, non hai davvero imparato. Non puoi dire di avere imparato, puoi dire di avere capito ma non di avere imparato.
Allora, dopo l’averla capita, devi vedere in azione davvero perché spesso mi succede di leggere le cose su un libro, pensare di averle capite, poi provare ad applicarle e rendermi conto che non avevo capito. Avevo capito concettualmente ma non avevo capito delle cose fondamentali dell’attività che stavo mettendo in pratica; il fatto di metterla in pratica, il fatto di vedere qualcun altro che la mette in pratica mi aiuta tantissimo a rendermi conto di sfaccettature che magari solo con un libro, nel buio della mia cameretta, non riesco a cogliere. Quindi vederlo fare è già uno step successivo al solo leggere o il solo discuterne; vederlo in pratica, vederlo fare davvero aiuta tantissimo.
“Farlo” ti porterà ad avere i risultati, questa ovviamente è una scala ideale. Ci sono attività più complesse e meno complesse. Ci sono attività poco complesse che puoi provare subito a fare o magari, anche se sono complesse, non hanno grossi impatti, non ti succede niente sta se sbagli. Allora le puoi implementare subito.
Se invece l’attività è più complessa o più rischiosa, ha senso ridurre i rischi, semplificarne una parte e cominciare a provare a farla. Questo è un altro concetto molto importante perché molte persone si fermano a questo stadio; non iniziano a fare finché non pensano di essere in grado di farlo. Come dire che non tiro mai il frisbee finché non sono sicuro che il mio tiro sarà perfetto o non mi butto mai in acqua finché non so di saper nuotare.
Con questo atteggiamento non partirai mai; sembra molto male quando faccio l’esempio del nuoto o quando ho fatto l’esempio magari di un’attività sportiva ma in realtà è verissimo anche per il business. Una delle cose che mi ha aiutato di più nel mio percorso, soprattutto all’inizio della mia carriera di “mentore”, è stato un mio mentore che mi ha detto che quando lanci un prodotto pensa che dovrai farne tre versioni. La prima è la versione 1 e la fai pagare meno perché non sarà sicuramente la versione definitiva; la versione definitiva, molto probabilmente, sarà la versione 3. Questo, in realtà, ti aiuta a buttare fuori il prodotto quando è pronto anche se non è del tutto pronto o non è pronto come vorresti che fosse pronto o non è perfetto ma va già bene perché già aiuta le persone che sono più indietro di te a fare quel pezzo di percorso; persone che sono su qualche gradino che tu hai già passato, le aiuta a fare quel gradino. Non è perfetto, non sarà mai perfetto, ma questo è un modo per fare in modo che tu ti metti in gioco sapendo che lo migliorerai, sapendo che la prossima versione sarà sicuramente migliore della precedente. Magari ci sarà un’altra versione e poi ancora un’altra. La cultura del processo continuo merita una pillola a parte però volevo cercare di farti vedere che molti dei sistemi che noi usiamo per apprendere si fermano al primo punto, quello più facile: mi leggo un libro o ne ho una conoscenza teorica. Già il vedere qualcosa davvero in azione non si fa così spesso, addirittura il fatto di provarlo in un ambiente magari più sicuro o magari limitandosi alle attività più piccole in modo da non dover fare tutto insieme, è una cosa che in pochissimi fanno.
Quelli che davvero ottengono i risultati sono quelli che vanno fino all’ultimo stadio. Quelli che fanno ciò che Tony Robbins definisce “Massive actions”, continuano a fare fare fare a provare provare provare sbagliare sbagliare sbagliare finché non ottengono il risultato che vogliono. Questo aspetto è talmente importante è che ci dedicherò la pillola di settimana prossima.
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Pensi che questo sistema ti possa essere utile? Ti rendi conto magari che non l’hai mai davvero utilizzato o non ci ha mai davvero pensato e che è proprio educazione fisica, tra tutte le cose che hai imparato, il metodo che dovevi tirare fuori? Non è quello che ti hanno insegnato in matematica che ad esempio è molto difficile da vedere applicata.
Magari ti sei reso conto che è educazione fisica della materia che ti può avere insegnato il metodo e approccio allo studio migliore .
La prossima settimana ci sarà la pillola di approfondimento proprio sul l’ultimo punto, il più trascurato, della Massive Actions, continuare a fare azioni fino a che non si ottengono i risultati.