Scorriamo trascinati da una corrente di abitudini e sicurezze, piccoli spazi confortevoli tenacemente costruiti nel tempo, illusi di avere una libertà di scelta.
Lasciamo che la vita, il destino, le scelte di altri (amici, parenti, superiori al lavoro) ci accompagnino e ci indichino la strada.
Intorno a noi i nostri cari, i colleghi, il nostro mondo, tutti hanno barche come la nostra, un po più grandi o piccole, vecchie o nuove, tutte indirizzate stancamente giorno dopo giorno dalla grande e lenta corrente. Procedono tutte nella stessa direzione, lunica direzione possibile, quella del fiume.
Il paradosso è che siamo convinti di esercitare ogni giorno la nostra libertà di scelta.
Poi un giorno l’illusione si svela in tutta la sua drammaticità. A prua appaiono assordanti le cascate ed improvvisamente capiamo di non aver mai avuto una vera libertà di scelta.
Arrabbiati ci chiediamo:
Perché questo finale? Io non ho mai scelto di finire in una cascata!
Ce la prendiamo con chi ha deciso la nostra vita al posto nostro, anche se è stata nostra la scelta di mettere il nostro destino nelle mani altrui.
Alcuni però sono più fortunati. Qualcuno riesce a risvegliarsi da questa allucinazione prima che sia troppo tardi.
Cullati dal tepore delle piccole sicurezze la nostra barchetta ci sembra ormai del tutto accettabile, anzi comoda, magari non entusiasmante o divertente come le feste che ogni giorno vediamo sulla riva
ma quelle feste sembrano un film, non sono vere o almeno, non sono per noi.
Quelle persone sono diverse, sono state fortunate, sono nate così.
Nella nostra mente prende voce il nostro bisogno di sicurezza e comodità. Attento a censurare ogni nostra libera scelta ci propina il solito sermone:
“Per andare li dovresti abbandonare la barca, nuotare fino a riva. Potresti annegare nel tentativo, non sei mai stato bravo a nuotare. È troppo pericoloso. E chi ti dice che quelle persone ti accetterebbero?“
Ci lasciamo convincere rinunciando all’idea di raggiungere la riva quando improvvisamente dalla barca di fianco alla nostra un nostro amico si butta.
Londata provocata da questo folle gesto per poco non rovescia la nostra barca!
Pazzo, torna indietro o annegherai!
Lui non sente, è troppo impegnato a lottare per ottenere quello che vuole per stare ancora una volta ad ascoltare le nostre paure.
Lo seguiamo angosciati con lo sguardo, la corrente lo porta lontano, Non lo vedo più, è andato sotto! pensiamo. Siamo preoccupati ed al tempo stesso curiosi, un briciolo di speranza che possa farcela alberga in noi.
Eccolo, forse è la! Forse, forse, non lo vedo bene, non so.
Probabilmente è annegato.Si, deve essere annegato!
Tempo dopo guardando sulla riva ci sembra di scorgere una figura vagamente familiare.
No, non può essere lui. Sicuramente non è lui. Comunque anche fosse, non è mai stato veramente come noi, è sempre stato un po strano, troppo idealista, sempre ribelle
Meno male che se nè andato!
Però questa notte per qualcuno di noi la barca si fa improvvisamente scomoda, troppo stretta, sempre uguale. Qualcuno comincia a chiedersi:
Ho scelto io stamattina come sarebbe stata la mia giornata? Sto andando dove voglio andare?
Una barchetta in mezzo a un fiume di consuetudini è troppo stretta per tutte queste domande.
Fornisce sicurezze, certezze, assorbe tranquilla senza scomporsi tutte le lamentele che ogni sera le riversiamo addosso. Lo fa con un sorriso perché sa che anche domani saremo li con lei.
Finché il nostro tempo e le nostre energie saranno spese a lamentarci, non ne avremo abbastanza per provare a cambiare qualcosa.
Anche oggi ha vinto lei e noi non sappiamo nemmeno di aver perso. Anche oggi abbiamo rinunciato alla nostra libertà di scelta.
E domani?
Sarai tu a buttarti per ottenere ciò che vuoi?
Se da una barca qualcuno si butterà, lo incoraggerai, gli augurerai di farcela? Oppure ti schiererai tra i suoi detrattori?
Festeggerai per lui quando lo vedrai sulla riva, libero e felice o gli darai del folle?
Migliaia di persone sono morte per lideale più grande, uomini di ogni epoca, razza, religione e cultura hanno combattuto per difendere la libertà di scelta.
Non posso dirti cosa sia giusto o sbagliato per te. Ti auguro però che qualsiasi sia la tua strada, sia frutto di una tua scelta profonda, meditata e goduta a pieno.
Puoi anche decidere di rimanere sulla barca, basta che sia una TUA SCELTA.
Continua a seguire la corrente oppure RISVEGLIATI LIBERO!
“No, non può essere lui. Sicuramente non è lui. Comunque anche fosse, non è mai stato veramente come noi, è sempre stato un po strano, troppo idealista, sempre ribelle ..
Quanto mi ritrovo… e quanto mi diverte questa frase….That’s me!
Le persone un po “strane” sono scomode e proprio perché forti dei loro propositi, pensieri e desideri sono ancora più scomode.
Proprio l’altro giorno il mio collega mi dice: “devi trovare il modo di far capire ai nostri colleghi quanto sei brava e perché ti comporti cosi”.
Non è mio interesse perdere energie in questi giochi, queste sovrastrutture e uniformarsi a…cosa? e soprattutto PERCHE’?????
Io sono da un’altra parte e vedo tutti così lontani…
Non so se sbaglierò, forse mi dovrò leccare le ferite e mettere in discussione il mio percorso, ma una cosa è certa: io non sono più la stessa persona e non ho intenzione di tornare indietro, non ce la posso fare.
Qualunque cosa accada io non sono più la stessa persona. La cosa mi piace, mi diverte pure! 🙂
Ricordo che la prima volta del cashflow, avevo etichettato “quelli che ce la fanno” come ALIENI.
Ora sono immersa in un gruppo di pazzi, ragazzi strani, ribelli ed entusiati che studiano, si impegnano, si buttano, si divertono, e crescono…sono tutti ALIENI e penso che, come me, siano felici di essere tali.
Flora grazie mille per il tuo commento.
Mi ricorda “La sentinella” di F. Brown. Molto spesso siamo convinti di essere quelli strani, gli alieni, ma in realtà abbiamo solo bisogno di cambiare prospettiva.
E tu sei una fantastica ALIENA, in un gruppo di pazzi che poi forse così pazzi non sono.